CAMAIORE. Si avvicina il 27 gennaio, data in cui è fissata la celebrazione della Giornata della Memoria: quello stesso giorno, nel 1945, furono abbattuti i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, portando alla luce uno dei peggiori orrori della storia contemporanea. In occasione della ricorrenza, l’Amministrazione Comunale di Camaiore promuove, attraverso la Presidenza del Consiglio, una serie di iniziative di grande spessore che vedono coinvolti testimoni diretti delle stragi nazifasciste.
Mercoledì 23 e giovedì 24 gennaio saranno le scuole protagoniste di due incontri: prima le medie Rosso di San Secondo, poi le scuole medie Pistelli. A parlare ai ragazzi sarà Mauro Betti, deportato nei lager di Gross-Rosen e Flossenbürg, che racconterà la sua esperienza nei campi di lavoro sotto le torture spietate dei kapò tedeschi.
Di particolare rilievo è l’iniziativa di venerdì 25 gennaio, che si terrà nella sala congressi dell’Hotel Le Dune di Lido di Camaiore. L’incontro, aperto a tutta la cittadinanza e che vedrà la partecipazione degli alunni di alcuni istituti superiori della Versilia, vedrà protagonista Piero Terracina, uno dei sopravvissuti al campo di concentramento di Auschwitz, dove fu deportato per le sue origini ebraiche dopo la promulgazione delle leggi razziali fasciste. Accanto a lui, la giornalista Stefania Consenti, autrice di libri che trattano dell’Olocausto e del valore fondamentale della continua testimonianza dei fatti ad esso legati, come “Binario 21” e “Il futuro della Memoria”.
Le celebrazioni nel Comune di Camaiore hanno come frase-simbolo, quest’anno, ‘La Memoria deve continuare’: un imperativo sempre valido ma ora più che mai sentito e necessario, con la necessità delle nuove generazioni di raccogliere il testimone di chi è stato direttamente colpito dalla barbarie del fanatismo e dal genocidio.
“Col passare degli anni le persone che hanno vissuto quella terribile tragedia non potranno più tramandarla – dichiara il Presidente del Consiglio Comunale Massimo Ceragioli – E noi corriamo il rischio di dimenticare. La memoria di queste storie deve aiutarci a costruire un futuro migliore, dove simili atrocità non si ripetano mai più”